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martes, 24 de marzo de 2020

CORONAVIRUS COVID-19 EN ITALIA ; 24 de Marzo 2020.



FVS Noticias Internet ; 24 de Marzo 2020 ; Italia.- Le misure sempre più stringenti della quarantena hanno ridotto al massimo le interazioni sociali e lavorative. Il rischio ora è che la catena dei contagi al Covid-19 continui dentro le case dove ci sono quasi 25mila italiani positivi in isolamento domiciliare a cui si aggiungono almeno altri 80mila in quarantena perché venuti a contatto con contagiati. Senza contare i tantissimi positivi non censiti perché con lievi sintomi o addirittura asintomatici. Il nuovo rischio si chiama contagio intrafamiliare ed è la mina vagante da tenere sotto controllo e su cui dovranno vigilare medici di famiglia e le nuove unità speciali che le Regioni stanno lentamente attivando per monitorare i casi a domicilio.


Il rischio del contagio intrafamiliare
A puntare il dito contro il rischio del contagio intrafamiliare è stato con chiarezza Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità (Css) e membro del Comitato tecnico scientifico (Cts) della Protezione civile. È suo l'appello innanzitutto «a tutti i familiari degli oltre 23mila concittadini che sono positivi al coronavirus limitino sempre di più i contatti esterni per interrompete la catena di trasmissione del coronavirus». Per Locatelli ora più che mai è importante che la responsabilità individuale diventi responsabilità familiare: «Siamo arrivati al massimo delle misure di prevenzione del contagio in termini di attività sociali e lavorative – ha dichiarato Locatelli -. È importante adesso sottolineare un altro aspetto rilevante che inerisce al contagio interfamiliare: l'altro grande motore su cui può andare a innestarsi la diffusione epidemiologica del coronavirus. È quindi fondamentale quanto piu possibile nell'ambito dei contesti familiari implementare le misure stringenti di contenimento dei soggetti che sono risultati positivi». «È un altro sacrificio che si chiede al Paese ma è un sacrificio importante - continua Locatelli - perché altrimenti si rischia di perpetrare un meccanismo di diffusione del virus che nei contatti interfamiliari può trovare un'ulteriore alimentazione».


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